La pizza (secondo me)

La pizza (secondo me)

Ingredienti:

La pizza è la mia religione.

Alta, bassa, croccante, soffice: le professo tutte.

A prescindere dal periodo, quando ancora non c’era la peste in giro, io il sabato preferivo mangiare a casa perché il momento che il profumo di pizza che  si espandeva per la casa, non me lo volevo proprio perdere.

Con gli anni ho capito la storia del lievito (che ne bastano pochissima grammi), ho imparato cosa voglia dire acqua tiepida, ho notato come il sale aiuti la lievitazione e che non deve mai stare vicino al lievito altrimenti lo blocca e che il latte la rende soffice mentre l’acqua frizzante, croccante.

Sono tutti accorgimenti e coccole che amo fare…

Ho provato anche diversi impasti: a lunga lievitazione, sia in frigo (non mi piace per niente, credo che per questa preparazione occorra avere un forno potente) che fuori, soffice oppure fatta a schiacciatina.

Ho provato diverse farine: Manitoba (mi uccide lo stomaco), farina tipo 1 o 2 (non le amo ma le rispetto), grani antichi (la mia preferita).

Dopo tutte queste prove, ho decretato un vincitore con le varie combinazioni e gesti rituali che adesso non lascerò mai più e che proverò a spiegarvi ma come dicevo ad una ragazza ieri su Ig non è mai facile mettere per iscritto ciò che abitualmente fai con le mani, ma ci proverò!

Gli ingredienti sono sempre quelli:300g di farina (di grani antichi per me),15g di  olio (di semi per me), 5g di lievito di birra (fresco per me), 5g di sale, 180g di acqua tiepida.

Come fare:

Iniziamo dalle basi: sciogliamo il lievito nell’acqua tiepida, aggiungere l’olio, poi la farina e per ultimo il sale.

Impastare con una forchetta: otterrete un impasto appiccicoso, va benissimo così.

Copriamo la ciotola con la carta trasparente e lasciamo che la pizza raddoppi di volume. In inverno approfitto dei caloriferi e ripongo la ciotola lì vicino (insomma le cedo volentieri il mio posto!).

Trascorso il tempo necessario, infarino la spianatoia e faccio scivolare l’impasto. Con le mani infarinate (altrimenti si appiccica) la inizio ad aprire con i polpastrelli. Quando sarà tutta aperta, inizio a fare le famose pieghe che permetteranno di ottenere all’impasto una maglia glutinica più strutturata.  Questo qui è un passaggio molto importante ed è facile: stendere l’impasto a forma di rettangolo (più o meno) e piegarlo in 2 o 3 parti, come se fosse un libro.

Ieri questa azione l’ho ripetuta 3 volte con intervalli di 1 ora e mezza circa tra un riposo e l’altro.

Fatta questa azione 3 volte, ho steso l’impasto direttamente in teglia (ho usato la placca del forno con foglio di carta forno leggermente unto), ho fatto passare altri 30 minuti poi ho condito la superficie con salsa di pomodoro, olio e sale. Ho acceso il forno a 190° statico e dopo qualche minuto l’ho infornata.

Trascorsi 15 minuti più o meno ( la parte inferiore deve essere cotta), ho aggiunto la mozzarella.

 

Per capire meglio i tempi di attesa: io ho impastato ieri mattina verso mezzogiorno circa e per le 19 era pronta per essere cotta!

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